Cala Fighera: il paradiso dei nudisti a pochi passi dalla città (con poca fighera)

Spiaggia di Cala Fighera

Spiaggia di Cala Fighera

Su Cala Fighera non si sa molto, se non che è un posto che si trova in quella zona semisconosciuta e per buona parte off limits – per la presenza dei militari – occupata dalla Sella Del Diavolo, il promontorio che divide la spiaggia di Calamosca dal lungomare del Poetto.

Sul web si legge ogni genere di leggenda metropolitana: è una spiaggia nudista, no anzi è un ritrovo per omosessuali, no invece è un ritrovo per coppie scambiste, o forse tutte queste cose messe insieme. Per di più, sono anche parecchio confuse le indicazioni per trovarla, questa misteriosa spiaggia promiscua che ci si aspetterebbe di trovare più a San Francisco che a Cagliari.

Promontorio di Calamosca

Promontorio di Calamosca

Ecco, intanto spieghiamo come arrivarci. Non è difficile. Dovete percorrere tutta la strada che dalla sinistra della spiaggia di Calamosca giunge fino allo stabilimento La Paillote. Poco prima che l’asfalto si interrompa, sulla sinistra, un piccolo sentiero, poco visibile e largo quanto basta per il passaggio di una sola persona, si inerpica sul promontorio e, in circa venti minuti di cammino, conduce alla nostra caletta. Si tratta di un percorso di una qualche difficoltà, che offre uno straordinario panorama sul mare ma che consiglia anche un po’ di prudenza: occhio che se franate di sotto, non vi trova più nessuno.

Non è esagerato dire che si tratta di una escursione sorprendente, che regala scorci degni delle zone più spettacolari della Sardegna, con una natura selvaggia e incontaminata e un colore del mare impareggiabile. Eppure, siamo in città, a pochi chilometri dal traffico, dai rumori, dai negozi e dagli uffici, insomma dalla vita di tutti i giorni.

Scorcio di Cala Fighera

Scorcio di Cala Fighera

Giunti a destinazione, vi accorgerete che Cala Fighera non è una spiaggia ma una piccola insenatura pietrosa, con diversi accessi al mare, tra rocce spettacolari e riflessi smeraldini di un mare imperdibile. Sulla destra, sul limitare della cala, uno scoglio altissimo dà l’occasione a gruppi di ragazzini deficienti di tentare il suicidio con tuffi spericolati: sfortunatamente, per solito, sopravvivono quasi tutti.

Cala Fighera, roccia dei tuffi

Cala Fighera, roccia dei tuffi

E sull’umanità del luogo? Dimenticatevi scenari degni di Sodoma o di qualche video sporcaccione girato dalle parti di Ibiza. Cala Fighera è un posto incantevole, frequentato da una ristretta comunità di naturalisti molto educati e rispettosi: sono quasi tutti uomini, probabilmente omosessuali (ma questa è un’informazione di scarso interesse), che si godono il sole e, se capita, sfruttano la possibilità di qualche felice incontro.

Se non vi siete mai trovati in una spiaggia nudista, si tratta anche di vivere un interessante esperimento sociologico rispetto ai concetti di convenzionale e anticonvenzionale, regole ed etica. Insomma, se siete così poco sportivi da tenervi addosso il bikini o il boxer, come in verità abbiamo fatto anche noi, potreste sentirvi stranamente a disagio: in un contesto in cui la regola è stare nudi, portare il costume fa di voi dei trasgressori della morale comune, degli eccentrici e dei guastafeste. Abbiate almeno l’accortezza di disturbare il meno possibile!

Cala Fighera

Scorcio di Cala Fighera

Scorcio di Cala Fighera

In conclusione, Cala Fighera è un vero paradiso, da evitare solo per chi ha l’elasticità mentale di un Giovanardi o per chi spera di sbirciare (svisare, in slang cagliaritano) donne nude: a dispetto del nome, qua c’è quasi solo salsiccia. Per le donne lo spettacolo, a seconda dei gusti e del caso, può essere piacevole; gli uomini etero possono contare su dei vicini d’ombrellone molto discreti e una natura e un mare di rara bellezza.

Villanova Truschedu: un luogo di fantasia che esiste davvero!

Villanova Truschedu, Monumento ai Caduti

Villanova Truschedu, Monumento ai Caduti

Sardinia blues è uno dei romanzi più profondi, ma anche divertenti, di Flavio Soriga. Le vicende dei tre amici protagonisti del racconto ruotano, almeno in parte, intorno a un minuscolo paese di poche case, disperso nella campagna oristanese, di nome Villanova Truschedu. Eravamo convinti che si trattasse di una località inventata, un prodotto della fantasia artistica dell’autore, ma quando, cercando sul web, abbiamo scoperto che così non era, abbiamo subito pensato che fosse una meta imperdibile per un viaggio nonsense. E così siamo partiti.

Raggiungere Villanova Truschedu è abbastanza semplice: dovete immettervi sulla 131, deviare al bivio per Simaxis (più o meno all’altezza di Oristano) e poi proseguire per una strada comoda e panoramica, che si snoda lungo il Tirso. Da Cagliari, ci si arriva in poco più di un’ora. Occhio che la nostra meta non è mai indicata, quindi superate con fiducia Simaxis e Ollastra per poi arrivare a destinazione.

Il fiume Tirso

Il fiume Tirso

Il minuscolo paesino, che ospita poco più di 300 abitanti, è ben curato nei dettagli – deliziosi i lampioni tutti in ferro battuto con lo stemma del paese – e presenta delle case che rispettano uno stile rustico ma accogliente. Difficilmente vi capiterà di incontrare qualcuno in giro e in pochi minuti di passeggiata potete visitare l’intero abitato, compresa la piazza centrale con i suoi murales. Soprattutto, godetevi il momento: vi trovate in un minuscolo centro della provincia più provincia del Paese, lontano da tutto e da tutti, praticamente irrintracciabili e finalmente liberi da qualsiasi incombenza (impossibile avere incombenze in un posto come questo).

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Quando vi siete stufati del senso di libertà di Villanova Truschedu, una buona idea è quella di andare a visitare il complesso nuragico di Santa Barbara (che si trova oltre il fiume, appena fuori dall’abitato, abbastanza ben segnalato se si parte dal campo sportivo del paese).

Nuraghe di Santa Barbara, Villanova Truschedu

Nuraghe di Santa Barbara, Villanova Truschedu

Ingresso del nuraghe di Santa Barbara

Ingresso del nuraghe di Santa Barbara

Di fatto poco conosciuto e frequentato, quando l’abbiamo visitato noi non c’era anima viva nel raggio di chilometri, è in realtà un sito davvero suggestivo e ben conservato. La struttura è composta da due torri messe in comunicazione da un cortile centrale: una delle twin towers è quasi del tutto intatta, tanto che si possono ancora salire le scale che conducono in cima. Da lì godetevi il panorama e la vista della nostra Villanova sulla sfondo.

Chiesa campestre di San Gemiliano

Chiesa campestre di San Gemiliano

Poco più in là si trova la chiesa campestre di San Gemiliano eretta intorno al XVII secolo, nei pressi della quale sorge il nuraghe omonimo (in verità un po’ malconcio). Attorno alla chiesa si possono visitare i resti della antiche cumbessias, ovvero i minuscoli rifugi presso cui alloggiavano i pellegrini durante i novenari in onore del santo. L’area è quasi sempre chiusa, ma se riuscite a eludere il rigido sistema di videosorveglianza (un cartello informa che c’è, se vi beccano son fatti vostri) e a saltare un muretto alto mezzo metro, potreste esplorare la zona. Le speranze di trovare la chiesa aperta sono tuttavia poche, ma si può fare un incontro ravvicinato con l’effige del santo, che sorveglia con aria austera l’intero luogo.

A questo punto non potevamo non fare un salto alla vicinissima Fordongianus, per visitare le antiche terme romane, ma per questo vi rimandiamo al prossimo post

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L’idea del viaggio nonsense

Lago Mulargia

In un’epoca in cui la parola turismo fa pensare a business, economia, Pil, prima ancora che a svago, viaggio e relax, in un tempo nel quale libri, guide, brochure, siti web ci informano dettagliatamente su tutte le mete turistiche di un territorio, e  fare un viaggio diventa più prevedibile (e a volte più noioso) di una giornata in ufficio, quando la vacanza si trasforma in una corsa a ostacoli per rispettare il programma e visitare tutto ciò che altri hanno stabilito che è importante visitare, ecco, a questo punto arriva l’idea di viaggio nonsense a salvarci. A farci rivivere il viaggio come avventura, divertimento ed esplorazione.

Che è un viaggio nonsense? Beh, è quando vi svegliate e decidete di partire (da soli, con il partner, con gli amici, con l’amico del cugino del vostro vicino) seguendo un’intuizione, una suggestione, un sogno, una curiosità o una casualità: una località descritta in un romanzo, un  posto con un nome bizzarro, un punto della cartina su cui vi cadono gli occhi. Ogni pretesto può diventare buono per partire, soprattutto in un’isola sorprendente come la Sardegna, che sa regalare degli angoli di paradiso pressoché sconosciuti in ogni dove. E poi, non preoccupatevi: ogni itinerario nonsense per forza di cose incrocia le località e i siti turistici indicati nelle guide, per cui, volendo, non vi perdete nulla. In questo blog vi daremo giusto qualche suggerimento, per costruire al meglio il vostro viaggio nonsense.